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Gestione dati: come avere insight veloci e utili al business

La gestione dati manda in pensione la figura un po’ romantica dell’imprenditore impulsivo, irrazionale e suo modo geniale? In un certo senso è così perché all’intuito e al “fiuto imprenditoriale” sostituisce insight (intuizioni) utili per il business. Non è un male perché disporre di queste informazioni basate su dati certi e in tempo reale è molto più sicuro che affidarsi alla bravura di un singolo e alla sua capacità di essere pioniere.

Come disse l’economista Peter Drucker: “Dietro ogni impresa di successo c’è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa”.

Diciamo la verità. Oggi tanti grandi brand sono tali perché in passato chi li dirigeva ha preso scelte rischiose, persino in controtendenza. Qualcuno le ha indovinate e ha avuto successo, ma la maggior parte le ha fallite. Solo che questa categoria fa meno notizia di chi, invece, ce l’ha fatta.

Ma se tutti quegli imprenditori, al pari dei CFO e del management aziendale in genere, avessero potuto contare su informazioni attendibili e dati in grado di simulare realisticamente l’impatto delle loro decisioni? Se avessero potuto intuire prima dove come sarebbe evoluto il proprio settore e perché stava cambiando così rapidamente?

In fondo, lo stesso Drucker sosteneva che il vero imprenditore è colui che cerca sempre di cambiare, reagisce al cambiamento, e lo sfrutta come un’opportunità.

Siamo nell’era della gestione dati e oggi trasformare i cambiamenti in opportunità è finalmente possibile.

La differenza tra dati e insight

Spesso si tende a confondere i dati (big data) con gli insight. Ma c’è una differenza sostanziale.

I dati non sono altro che numeri grezzi che acquisiamo secondo alcuni standard predefiniti. Avere standard coerenti è molto importante, poiché gestire dati secondo standard diversi può essere estremamente problematico per non dire inutile.

La mole di dati a disposizione delle aziende e la crescente facilità di reperirli, aumenta di anno in anno. Se questo è, da un lato, è un fattore positivo, dall’altro è sempre più difficile per le imprese riuscire a gestire questi volumi, e soprattutto a sfruttarli per creare insight.

Ecco allora che questi dati vanno trasformati in informazioni, ovvero in una raccolta di dati che possiamo usare per comprendere e misurare un determinato evento. Gli insight, ovvero le intuizioni, si ottengono analizzando dati e informazioni per prendere le decisioni aziendali migliori al momento giusto.

La differenza tra dati e insight sta quindi nella gestione dei primi per trasformarli nei secondi. Le aziende che raccolgono big data hanno bisogno di un processo di gestione dati, ovvero di uno strumento di business intelligence, che trasformi le informazioni grezze in strumenti utili e veloci al proprio business.

Prevedere e ottimizzare le performance aziendali con la gestione dati

La gestione dati è la base su cui misurare e prevedere le performance aziendali. Costruire insight significa sapere quello che sta per succedere e agire. Per un CFO questo è fondamentale perché ci sono moltissime variabili che possono incidere su margini e fatturato: dai problemi di produzione ai ritardi nelle consegne fino ai mancati pagamenti, solo per citare le principali.

Solo che spesso questi eventi si analizzano a posteriori e quindi il direttore finanziario non può far altro che prendere atto e cercare di mettere in campo misure correttive.

Ma se potesse agire prima? Se avesse a disposizione proiezioni economiche e finanziarie in tempo reale? Se fosse in grado di simulare l’impatto di qualsiasi decisione strategica su queste proiezioni e fosse in grado di quantificare l’efficacia di eventuali interventi correttivi?

La vera rivoluzione degli insight

Ognuna delle tipologie di imprevisti elencati in precedenza ha delle ripercussioni economiche. L’informazione che ricaviamo dal dato ci può quantificare l’impatto su base temporale (mensile, trimestrale o annuale), ma una soluzione di business intelligence, da quei dati è in grado di ricavare degli insight per simulare l’impatto delle varie reazioni possibili.

Ecco allora che i dati non devono solo servire a comprendere quello che è accaduto e perché è accaduto, ma soprattutto ad anticipare quello che accadrà gestendo ogni evento (imprevisti compresi) secondo una logica di condivisione delle informazioni che permette di definire in maniera precisa “chi deve fare e cosa” che, concretamente, in tutte le PMI rappresenta da sempre una delle complessità maggiori.

La vera rivoluzione degli insight sta proprio nella possibilità di comprendere il rapporto causa/effetto di ciascun evento come non è mai stato prima per gestire gli imprevisti e ottimizzare le performance aziendali. Significa non lasciare più spazio all’improvvisazione. Sarà forse uno scenario “meno romantico”, ma infinitamente più utile e proficuo per qualsiasi azienda.

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Topics: Business Intelligence